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Perché questo libro? Perché scrivere un libro su tradizioni, usanze, storie non eclatanti di un piccolo paese dell'Appennino marchigiano? Perché descrivere in dettaglio un mondo agricolo confinato in una valle lunga e stretta? Una valle peraltro non isolata, in quanto ospita la strada che collega la montagna alla costa, la ferrovia, il fiume principale di questo settore appenninico. Questo libro è la testimonianza di un modo di vivere ormai quasi scomparso che forse resta ancora, seppure in larga parte modificato, in qualche piccolo paese di montagna dove sono i vecchi a tenerlo ancora vivo.…mehr

Produktbeschreibung
Perché questo libro? Perché scrivere un libro su tradizioni, usanze, storie non eclatanti di un piccolo paese dell'Appennino marchigiano? Perché descrivere in dettaglio un mondo agricolo confinato in una valle lunga e stretta? Una valle peraltro non isolata, in quanto ospita la strada che collega la montagna alla costa, la ferrovia, il fiume principale di questo settore appenninico. Questo libro è la testimonianza di un modo di vivere ormai quasi scomparso che forse resta ancora, seppure in larga parte modificato, in qualche piccolo paese di montagna dove sono i vecchi a tenerlo ancora vivo. Vecchi con i volti rugosi e abbronzati dalla vita all'aria aperta che ripetono gesti, parole e riti antichi tramandati di generazione in generazione. Io sono la voce narrante della vita contadina di un tempo ricostruita attraverso i racconti dei vecchi nelle lente sere passate accanto al camino acceso nella grande cucina; in parte ne sono stata testimone negli anni della mia infanzia e adolescenza vissuti al paese in una grande casa di pietra: la cura di orti, campi e animali, i rimedi della medicina popolare, le ricette del mangiare tradizionale, le credenze e le superstizioni, le feste religiose e pagane, i proverbi e le parole del dialetto. Sono dovuta scendere inevitabilmente nell'autobiografia, lasciando da parte la riservatezza che da sempre mi appartiene, perché la narrazione relativa alla mia famiglia testimonia un modo di vivere, nei piccoli paesi rurali, comune a quasi tutta la generazione che mi ha preceduto e a quella dei miei vecchi. Trocchetti come paradigma di ciò che il progresso ha cancellato velocemente negli ultimi anni del secolo scorso. Paesi ormai quasi del tutto abbandonati, ignorati dai giovani che non conoscono nulla dei loro nonni, che non sanno nemmeno dove e come sono vissuti. Ho voluto narrare anche per loro prima che la memoria collettiva si perda sugli anni faticosissimi del secolo scorso. Ho voluto rendere omaggio ai miei compagni di viaggio di quando ero bambina e poi giovane donna: persone che porto nel cuore, volti e voci che affiorano ancora intatti nel ricordo, uomini e donne che vado ogni tanto a salutare nel piccolo cimitero di campagna dove dormono il loro sonno eterno e che sorridono, nei loro vestiti buoni, dalle foto che i figli hanno messo a loro perenne memoria. Il grande camino, la stufa a legna sempre accesa, i racconti dei vecchi, la lunga filastrocca del loro contendere alla natura spazi di vita, i ricami per il corredo alla luce del lume a olio, la miseria, la crescia di granturco, la spagnola che ha seminato la morte, la guerra, l'America per chi c'era stato, gli orecchini con il fil di ferro e i frutti del biancospino, gli ombrellini con le foglie dell'ailanto quando giocavamo alle signore, la ricerca delle erbe selvatiche, i bagni al fiume, quella gallina che si ostinava a fare l'uovo tra la paglia sotto le arcate del ponte. Se ne sono andati tutti: le luci nelle grandi cucine si sono spente, le porte si sono chiuse. Laddove c'erano le voci e i suoni dei piccoli gesti quotidiani è rimasto il silenzio; ora è assordante, quasi più forte del rumore della strada a scorrimento veloce che passa a pochi metri da qui. Tacciono le case delle 'Ròtte, tace la casa di Menicuccio di là del fiume, è deserta la strada che ripida sale a San Cristoforo. Piano piano si sono spente anche tante voci di chi abitava all'Ergoéte. La vita fa inesorabile il suo corso. I fili per i panni danzano solitari nel vento. Le erbe si sono appropriate della base dei muri. Oltre una finestra, con i vetri impolverati e gli scurini aperti, un moncone di tenda spiegazzata e scolorita dal sole. La fontana non getta più acqua.