VIVERE! (eBook, ePUB)
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Vivere, anche se sei morto dentroNon ricordo bene il momento in cui ho capito che una parte di me era morta. Non è stato un singolo colpo, ma una serie di tante ferite che hanno accumulato dolore fino a che, un giorno, ho smesso di sentire. Quella parte di me che credeva in qualcosa, che sperava, che si nutriva di sogni e ambizioni... quella parte non c'era più. La vita ha fatto il suo corso e io sono rimasto lì, spezzato, senza più certezze, senza più un posto dove mettere la mia anima.Eppure, quando tutto dentro di me sembrava essersi fermato, oggi quando guardo negli occhi mia figlia, ...
Vivere, anche se sei morto dentro
Non ricordo bene il momento in cui ho capito che una parte di me era morta. Non è stato un singolo colpo, ma una serie di tante ferite che hanno accumulato dolore fino a che, un giorno, ho smesso di sentire. Quella parte di me che credeva in qualcosa, che sperava, che si nutriva di sogni e ambizioni... quella parte non c'era più. La vita ha fatto il suo corso e io sono rimasto lì, spezzato, senza più certezze, senza più un posto dove mettere la mia anima.
Eppure, quando tutto dentro di me sembrava essersi fermato, oggi quando guardo negli occhi mia figlia, qualcosa mi spinge a tirare avanti. Non so cosa sia. Non so come faccia, ma mi ricordo che sono vivo per lei.
E quando lei mi sorride, quando mi prende per mano, sento che il mio corpo è ancora capace di andare avanti. Non so per quanto ancora riuscirò a farlo, ma non posso fermarmi. Non adesso.
C'è una forza dentro di me che non avrei mai creduto di avere. Una forza che non nasce dai miei sogni o dalla mia voglia di vivere, ma da qualcosa che viene da fuori. Qualcosa di più grande, qualcosa che non si vede ma si sente. Lei, mia figlia, è quella forza. Ogni volta che penso di arrendermi, ogni volta che penso di non farcela, lei è lì a ricordarmi che non posso mollare. Non posso permettermelo.
Non importa quanto la vita mi ha calpestato, quante volte sono stato preso a calci nei denti, quante volte ho pensato che fosse finita. Quando la vedo, quando sento la sua mano nella mia, qualcosa dentro di me si risveglia. Forse non sono più la persona che ero, forse non sarò mai più lo stesso, ma una cosa la so: non posso lasciare che questa parte di me, quella che non crede più, prenda il sopravvento. Non posso arrendermi.
Il dolore è lì, sempre presente, come un peso che non si stacca mai. Ma non è più tutto ciò che vedo. È solo una parte della mia vita, non la definisce più. La mia vita è anche questa bambina che mi guarda con gli occhi pieni di speranza, è il mio cuore che batte per lei, è la forza che trovo ogni giorno per andare avanti.
Non so per quanto tempo riuscirò a tenermi in piedi. Non so se domani sarò ancora qui, pronto a combattere.
Ma so che finché c'è lei, finché c'è un motivo per cui alzarmi dal letto ogni mattina, devo farlo. Devo vivere, anche se dentro di me sembra che tutto sia morto.
Perché, alla fine, vivere non è solo per sé stessi. Vivere è per chi ti guarda, per chi dipende da te. Vivere è per chi, senza saperlo, ti fa trovare la forza di andare avanti.
Ogni giorno sembra una lotta. Non per le cose grandi, per quelle che tutti vedono, ma per quelle piccole, per quelle che nessuno nota. Ogni passo che faccio, ogni respiro, è una vittoria silenziosa, una resistenza che non troverà mai spazio nei libri, ma che fa la differenza. Perché nessuno ti dice mai quanto sia difficile alzarsi dal letto quando il mondo ti è caduto addosso.
Non ricordo bene il momento in cui ho capito che una parte di me era morta. Non è stato un singolo colpo, ma una serie di tante ferite che hanno accumulato dolore fino a che, un giorno, ho smesso di sentire. Quella parte di me che credeva in qualcosa, che sperava, che si nutriva di sogni e ambizioni... quella parte non c'era più. La vita ha fatto il suo corso e io sono rimasto lì, spezzato, senza più certezze, senza più un posto dove mettere la mia anima.
Eppure, quando tutto dentro di me sembrava essersi fermato, oggi quando guardo negli occhi mia figlia, qualcosa mi spinge a tirare avanti. Non so cosa sia. Non so come faccia, ma mi ricordo che sono vivo per lei.
E quando lei mi sorride, quando mi prende per mano, sento che il mio corpo è ancora capace di andare avanti. Non so per quanto ancora riuscirò a farlo, ma non posso fermarmi. Non adesso.
C'è una forza dentro di me che non avrei mai creduto di avere. Una forza che non nasce dai miei sogni o dalla mia voglia di vivere, ma da qualcosa che viene da fuori. Qualcosa di più grande, qualcosa che non si vede ma si sente. Lei, mia figlia, è quella forza. Ogni volta che penso di arrendermi, ogni volta che penso di non farcela, lei è lì a ricordarmi che non posso mollare. Non posso permettermelo.
Non importa quanto la vita mi ha calpestato, quante volte sono stato preso a calci nei denti, quante volte ho pensato che fosse finita. Quando la vedo, quando sento la sua mano nella mia, qualcosa dentro di me si risveglia. Forse non sono più la persona che ero, forse non sarò mai più lo stesso, ma una cosa la so: non posso lasciare che questa parte di me, quella che non crede più, prenda il sopravvento. Non posso arrendermi.
Il dolore è lì, sempre presente, come un peso che non si stacca mai. Ma non è più tutto ciò che vedo. È solo una parte della mia vita, non la definisce più. La mia vita è anche questa bambina che mi guarda con gli occhi pieni di speranza, è il mio cuore che batte per lei, è la forza che trovo ogni giorno per andare avanti.
Non so per quanto tempo riuscirò a tenermi in piedi. Non so se domani sarò ancora qui, pronto a combattere.
Ma so che finché c'è lei, finché c'è un motivo per cui alzarmi dal letto ogni mattina, devo farlo. Devo vivere, anche se dentro di me sembra che tutto sia morto.
Perché, alla fine, vivere non è solo per sé stessi. Vivere è per chi ti guarda, per chi dipende da te. Vivere è per chi, senza saperlo, ti fa trovare la forza di andare avanti.
Ogni giorno sembra una lotta. Non per le cose grandi, per quelle che tutti vedono, ma per quelle piccole, per quelle che nessuno nota. Ogni passo che faccio, ogni respiro, è una vittoria silenziosa, una resistenza che non troverà mai spazio nei libri, ma che fa la differenza. Perché nessuno ti dice mai quanto sia difficile alzarsi dal letto quando il mondo ti è caduto addosso.
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