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“Una discarica con profonde ambizioni artistiche”: è così che Edmund White definisce la New York degli anni Settanta. Una città in bancarotta, invasa dai rifiuti, devastata dal crimine e dal caos, uno spazio in cui il pubblico e il privato si confondono, che nella sua impermanenza e “porosità” ricorda la Napoli di cui scrisse Walter Benjamin. Eppure in quegli anni – fra l’entusiasmo e l’irriverenza degli anni Sessanta, e il conservatorismo e i nuovi assetti economici degli anni Ottanta – New York fu teatro di una serie di significative trasformazioni culturali e urbane. Quello che emerge da…mehr

Produktbeschreibung
“Una discarica con profonde ambizioni artistiche”: è così che Edmund White definisce la New York degli anni Settanta. Una città in bancarotta, invasa dai rifiuti, devastata dal crimine e dal caos, uno spazio in cui il pubblico e il privato si confondono, che nella sua impermanenza e “porosità” ricorda la Napoli di cui scrisse Walter Benjamin. Eppure in quegli anni – fra l’entusiasmo e l’irriverenza degli anni Sessanta, e il conservatorismo e i nuovi assetti economici degli anni Ottanta – New York fu teatro di una serie di significative trasformazioni culturali e urbane. Quello che emerge da un’analisi dei suoi movimenti sociali e culturali è una nuova idea di rivendicazione, di contestazione e infine di produzione dello spazio urbano. Questo volume prende in esame alcuni esempi di contestazione del territorio cittadino, mettendo in luce il rapporto con la città e le dinamiche interne delle comunità che li hanno animati: dall’attivismo portoricano ad Harlem all’affermarsi delle saune gay a Manhattan, dalle proteste contro il film Cruising fino alle comunità evocate dai due recenti memoirs di Eileen Myles e Edmund White.