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Storico di formazione, Lev Razgon (1908 - 1999) è uno scrittore che molto ha dato alla letteratura e alla società russa. Co-fondatore insieme a Sacharov dell'Associazione Memorial (fra i pochi baluardi dei diritti umani in URSS prima e in Russia poi), in gioventù scontò diciassette anni nei lager di Stalin, a cui ogni anno avrebbe poi dedicato un brindisi - nel giorno della sua morte - per festeggiare l'avvenuta sopravvivenza.I suoi libri - bestseller in patria - sono tradotti e pubblicati in diversi paesi: Francia, Germania, Spagna, Olanda, Grecia, Israele, Gran Bretagna, Stati Uniti,…mehr

Produktbeschreibung
Storico di formazione, Lev Razgon (1908 - 1999) è uno scrittore che molto ha dato alla letteratura e alla società russa. Co-fondatore insieme a Sacharov dell'Associazione Memorial (fra i pochi baluardi dei diritti umani in URSS prima e in Russia poi), in gioventù scontò diciassette anni nei lager di Stalin, a cui ogni anno avrebbe poi dedicato un brindisi - nel giorno della sua morte - per festeggiare l'avvenuta sopravvivenza.I suoi libri - bestseller in patria - sono tradotti e pubblicati in diversi paesi: Francia, Germania, Spagna, Olanda, Grecia, Israele, Gran Bretagna, Stati Uniti, Italia.Questo prezioso volume è una scelta delle lettere che, per vent'anni, mandò alla sua cara amica Julia (Julia Dobrovolskaja, italianista di grande fama) a Milano.Scrive Vladimir Porudominskij, il curatore, nella sua introduzione:"Pensava di scrivere delle lettere, Razgon, e invece ha scritto un libro.Le sue lettere valicano di gran lunga i limiti del carteggio epistolare tra due persone e presentano un interesse che non è pura curiosità del quotidiano, ma acquista valore storico per i contemporanei e per i posteri.È, il suo, il diario di un uomo e del suo tempo, ed è il diario di un uomo dentro il tempo. È la Confessione di un figlio di questo secolo, se vogliamo preferirgli una classificazione in uso da tempo, in letteratura.Razgon si confessa, scrive di quanto ha nel profondo del cuore, scrive di amore, angoscia, solitudine; ma le sue confessioni si mescolano a testimonianze, impressioni suscitate da quanto succede intorno a lui, a giudizi sulla letteratura e la politica, sulle novità culturali, sulle notizie che circolano; sulle persone e sulla vita reale di Mosca e di tutto il Paese. (…)Con il procedere della lettura, le missive di Razgon ci offrono sempre più chiaro il ritratto (l'autoritratto) di un uomo che sa penetrare nella realtà in modo lungimirante, che prova emozioni forti e a tali emozioni reagisce con prontezza; che vive nel suo tempo e nel suo mondo e che al mondo e al tempo mai permette di uscire dalla sua mente, dal suo cuore, dalla sua memoria; che parla con comprensione, ansia, dolore (più raramente - con gioia) di ciò che in quella realtà e in quel momento accade. Diversamente da Pasternak, Razgon sa esattamente in che millennio siamo."