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Durante il Convegno “Il web e la trasparenza tra ideali e realtà”, affermando la necessità che la rete fosse riconosciuta paradigma di libertà di espressione, Lawrence Lessig si espresse in questi termini: “Fare la guerra internet significa fare la guerra ai nostri figli: non possiamo impedire ai nostri figli di esse- re creativi, ma se criminalizziamo la tecnologia, rendiamo i nostri figli pirati e clandestini”. Lo stesso Lessig, tuttavia, in una delle sue opere principali, in modo apparentemente contraddittorio riconobbe: “Una cultura libera non è priva di proprietà; non è una cultura…mehr

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Produktbeschreibung
Durante il Convegno “Il web e la trasparenza tra ideali e realtà”, affermando la necessità che la rete fosse riconosciuta paradigma di libertà di espressione, Lawrence Lessig si espresse in questi termini: “Fare la guerra internet significa fare la guerra ai nostri figli: non possiamo impedire ai nostri figli di esse- re creativi, ma se criminalizziamo la tecnologia, rendiamo i nostri figli pirati e clandestini”. Lo stesso Lessig, tuttavia, in una delle sue opere principali, in modo apparentemente contraddittorio riconobbe: “Una cultura libera non è priva di proprietà; non è una cultura in cui gli artisti non vengono ricompensati. Una cultura senza proprietà, in cui i creatori non ricevono un compenso, è anarchia, non libertà.” (Free Culture: How Big Media Uses Technology and the Law to Lock Down Culture and Control Creativity, New York 2004). Vittorio Colomba, traendo spunto dall’analisi di un celebre saggio del giurista statunitense, riflette mediante alcuni strumenti offerti dall’argomentazione normativa sull’evoluzione della rete internet quale possibile terreno di scontro tra diritti e libertà.