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Un sogno interrotto, la creazione di un istituto superiore di studi ingegneristici nella Firenze di fine Ottocento, è il tema attorno a cui ruotano i contributi raccolti in questo volume. Alla vigilia dell'Unità d'Italia Firenze è un promettente polo di studi politecnici, grazie all'esperienza del Corpo di Ingegneri di Acque e Strade, alla precocità delle costruzioni ferroviarie, all'importanza del settore minerario, alla solidità d'impianto dell'Istituto Tecnico Toscano. A differenza di ciò che accadde a Milano e a Torino, tuttavia, l'Istituto Tecnico Toscano non fu trasformato in un…mehr

Produktbeschreibung
Un sogno interrotto, la creazione di un istituto superiore di studi ingegneristici nella Firenze di fine Ottocento, è il tema attorno a cui ruotano i contributi raccolti in questo volume. Alla vigilia dell'Unità d'Italia Firenze è un promettente polo di studi politecnici, grazie all'esperienza del Corpo di Ingegneri di Acque e Strade, alla precocità delle costruzioni ferroviarie, all'importanza del settore minerario, alla solidità d'impianto dell'Istituto Tecnico Toscano. A differenza di ciò che accadde a Milano e a Torino, tuttavia, l'Istituto Tecnico Toscano non fu trasformato in un Politecnico deputato alla formazione degli ingegneri. Le ragioni di questo mancato sviluppo affondano nelle scarse propensioni «industrialiste» del gruppo dirigente uscito vittorioso dalla «rivoluzione pacifica» del 1859, nella volontà di autonomia rispetto al sistema scolastico nazionale costruito a norma della legge Casati, in una domanda locale di competenze ingegneristiche meno dinamica del previsto. Prevalsero così i venti di «normalizzazione» insufflati dal governo, dalle università e dai più prestigiosi Collegi di Ingegneri. Tuttavia Firenze continuò a rappresentare un importante polo tecnologico, specie in rapporto alle infrastrutture ferroviarie, alle opere pubbliche, alle industrie metalmeccaniche (si pensi al Pignone e alla Galileo): ma fu solo a cent'anni dall'Unità che la città divenne sede di una facoltà di Ingegneria.Franco Angotti è professore ordinario di Scienza delle Costruzioni nella Facoltà di Ingegneria di Firenze. Come Preside della Facoltà di Ingegneria è stato tra i promotori del «Comitato Nazionale per le celebrazioni del bicentenario della nascita di Antonio Meucci» di cui è attualmente Presidente.Giuseppe Pelosi è professore ordinario presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Firenze e svolge da circa un ventennio un'attività divulgativa nell'ambito della storia dell'ingegneria delle telecomunicazioni. Attualmente è segretario/tesoriere del «Comitato Nazionale per le celebrazioni del bicentenario della nascita di Antonio Meucci».Simonetta Soldani è professore ordinario di Storia contemporanea all'Università di Firenze e fa parte della direzione della rivista «Passato e presente». Fra i suoi ultimi scritti 'La formazione di un "artigiano della scienza" nella Firenze granducale', in Franco Angotti, Giuseppe Pelosi (a cura di), 'Antonio Meucci e la città di Firenze. Tra scienza, tecnica e ingegneria', FUP, 2009.