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Shpend Sollaku Noé si erge a Dante Alighieri del XXI secolo: non ci sono bolge o gironi infernali, ma la visione è ugualmente terrificante. Leggendo questo libro ci sentiamo più che dannati, veri burattini che circolano per il mondo-inferno, dove al posto delle fiamme ci sono l'informatica, i mutui da pagare, le finanziarie, la banche sanguisughe, l'invidia, la gelosia, l'ossessione dell'immagine, false religioni, assenza di cultura, falsità storiche, infami burocrazie, corruzione e inciviltà." La Lirica di SHPEND SOLLAKU NOÉ È VIVA, ATTUALE, INCISIVA, MORDENTE, COMMOVENTE, SOFFERTA,…mehr

Produktbeschreibung
Shpend Sollaku Noé si erge a Dante Alighieri del XXI secolo: non ci sono bolge o gironi infernali, ma la visione è ugualmente terrificante. Leggendo questo libro ci sentiamo più che dannati, veri burattini che circolano per il mondo-inferno, dove al posto delle fiamme ci sono l'informatica, i mutui da pagare, le finanziarie, la banche sanguisughe, l'invidia, la gelosia, l'ossessione dell'immagine, false religioni, assenza di cultura, falsità storiche, infami burocrazie, corruzione e inciviltà." La Lirica di SHPEND SOLLAKU NOÉ È VIVA, ATTUALE, INCISIVA, MORDENTE, COMMOVENTE, SOFFERTA, GRAFFIANTE, INCANTEVOLE. Il libro "Piramidi in frantumi" - Antologia Poetica è divisa in cinque sezioni: "Telegramma dal sepolcro"(poesie),"Mare Nostrum", "Murus Noster", "Check up a Omero" e "Codice a barre"(poemi). "Telegramma dal sepolcro" riporta poesie tratte dai libri "La Sfinge", "Il Regno del proibito" e "Applaudire Caligola". L'Antologia Poetica di Noé, come tutti i suoi libri, è una palestra attrezzatissima dove le "cellule grigie" di poirotiana memoria si allenano, sudano e faticano. Ciascun verso va meditato. Non per la difficoltà a recepirlo, lo stile di Noé è quanto di più semplice ci possa essere, perché la verità è semplicità, no, ma per il suo valore intrinseco. Per il messaggio che offre. Per la forte emozione che adduce con sé. La sua Musa non è un distintivo , un vacuo fregio che si porta sulla giacca da esibire in serate con amici o in luoghi pubblici, ma un pugno in un guanto di velluto che disorienta e fa riflettere anche l'ultimo degli sprovveduti.