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La ricerca di un orientamento sicuro, l'ansia della dignità personale e l'incanto dell'amore costituiscono il pathos di queste liriche, scritte in un lungo arco di tempo, al margine del dramma esistenziale dell'autore. Inizialmente egli visse nell'umile ambiente contadino della Puglia del dopoguerra, che gli resterà sempre impressa nel suo cuore; poi si trovò nel torbido clima sessantottesco di Milano. Questa, divenuta la sua seconda città natale, sfociò in seguito, sull'onda del progresso, nel terziario dei computer, subentrato alla sparizione delle grandi fabbriche manifatturiere. In queste…mehr

Produktbeschreibung
La ricerca di un orientamento sicuro, l'ansia della dignità personale e l'incanto dell'amore costituiscono il pathos di queste liriche, scritte in un lungo arco di tempo, al margine del dramma esistenziale dell'autore. Inizialmente egli visse nell'umile ambiente contadino della Puglia del dopoguerra, che gli resterà sempre impressa nel suo cuore; poi si trovò nel torbido clima sessantottesco di Milano. Questa, divenuta la sua seconda città natale, sfociò in seguito, sull'onda del progresso, nel terziario dei computer, subentrato alla sparizione delle grandi fabbriche manifatturiere. In queste ambientazioni ebbe modo di affinare la sua modesta poesia, sempre fedele alla ricchezza spirituale, non lasciandosi abbagliare dallo sfolgorio del consumismo. Ton Milan è autore di numerosi saggi a tema filosofico-religioso e di due romanzi autobiografici: "Il confino del silenzio" e "La scelta dell'ignoto".
Autorenporträt
Ton Milan nacque in un ambiente contadino e spartano della Puglia, alla fine del secondo conflitto mondiale, quando si dovette lavorare alacremente, essendo il paese gravemente distrutto per i bombardamenti subiti. Vi sovrastavano ancora la mentalità del feudalesimo medioevale e la cappa religiosa che anteponeva il radioso e confortante Cielo alla vita grama, la quale da poco si disponeva con immensa gratitudine alle innovazioni della luce elettrica e all'acquedotto potabile. Fu affetto sin dall'infanzia da una sordità parziale, per cui si vide escluso ed emarginato, chiudendosi infine a riccio, dopo una fanciullezza umile con pantaloni laceri per i sarmenti che raccoglieva e gli spassi semplici, tra cui palle di pezza e monopattini con rotelline di cuscinetti sferici, condivisi con i suoi coetanei di quartiere. A vent'anni un intervento invasivo gli azzerò l'udito, scaraventandolo nel silenzio assoluto. Fra le sue gravi crisi nichiliste, non ebbe alcuna guida e conforto; solo la fede cattolica, di cui aveva appreso i rudimenti, si rivelò una delle poche ancore di salvezza di cui si avvalse, non avendo altro. La sua febbrile voglia di evadere dalla duplice prigionia (handicap e ambiente agreste) lo spinse lontano verso una metropoli del Nord, dove giunse con la sua valigia di cartone. Poté vivere il clima del '68 studentesco, nel quale maturò infine il soggiorno in Messico per alcuni mesi, durante il quale fu preso da una incipiente crisi che infine si acutizzò, sconvolgendolo per diversi anni. Per risolversi si indusse a profonde meditazioni, letture e vari incontri religiosi tra chiese e sinagoghe, ritrovando infine il proprio equilibrio intimo.