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Le due frottole di Pietro Aretino sono separate da poche settimane di differenza. Ma in mezzo scorre il fiume infernale del sacco di Roma. La prima, il Coriero mandato da Venere a cercare l'Amore, fu scritta a Mantova nel marzo del 1527 ed ? una farsa, ovvero un componimento teatrale per voce sola destinato ad allietare una festa di corte (anche se poi si trasforma in uno sboccato pamphlet satirico). La seconda, la Frottola di maestro Pasquino, spedita al marchese di Mantova nel luglio di quello stesso anno, quando ormai l'Aretino si era rifugiato a Venezia, ? la sua pi? grandiosa e diabolica…mehr

Produktbeschreibung
Le due frottole di Pietro Aretino sono separate da poche settimane di differenza. Ma in mezzo scorre il fiume infernale del sacco di Roma. La prima, il Coriero mandato da Venere a cercare l'Amore, fu scritta a Mantova nel marzo del 1527 ed ? una farsa, ovvero un componimento teatrale per voce sola destinato ad allietare una festa di corte (anche se poi si trasforma in uno sboccato pamphlet satirico). La seconda, la Frottola di maestro Pasquino, spedita al marchese di Mantova nel luglio di quello stesso anno, quando ormai l'Aretino si era rifugiato a Venezia, ? la sua pi? grandiosa e diabolica pasquinata, quella che fece piangere di rabbia papa Clemente VII quando la lesse, prigioniero dei suoi nemici in Castel Sant'Angelo. Nei suoi versi il sacco di Roma si converte in un macabro e grottesco carnevale che non trova confronti nella letteratura di tutti i tempi.
Autorenporträt
Nato ad Arezzo nel 1492, Pietro Aretino non si denominò mai col suo patronimico ma sempre col nome della sua città. Della sua infanzia quasi nulla è noto, ma si sa che nell'adolescenza visse e a Perugia sia per frequentare l'università sia per studiare pittura, e come pittore si firmò per qualche tempo. Nel 1517 fu a Roma, alla corte di Leone X; qui assistette al conclave del 1522, in occasione del quale compose delle pasquinate, ovvero dei poemetti satirici. Con l'ascesa al soglio pontificio del fiammingo Adriano VI (o, come lo chiamò l'Aretino, "la tedesca tigna") prese a viaggiare per la penisola e lavorò a Mantova, al servizio di Giovanni dalle Bande Nere. Tornò a Roma nel '23 e, sotto papa Clemente VII, riacquistò notorietà e benevolenza popolare. In questo periodo compone i Sonetti Lussuriosi, ispiratigli dalle tavole pornografiche di M. A. Raimondi sui disegni di Giulio Romano, e scrisse la Cortigiana. Ma l'invidia e la malevolenza del datario pontificio, mons. Giberti, interruppero questo periodo felice: alla fine del luglio 1525 viene accoltellato da un sicario del monsignore. L'Aretino lasciò così Roma e, dal 25 marzo 1527, si trasferì a Venezia, la città anticortigiana per eccellenza, l'unica, a detta di lui, totalmente opposta a Roma, sede di tutti i vizi. Qui scrisse e diede alle stampe la maggior parte delle sue opere e qui morì, probabilmente di apoplessia, il 21 ottobre 1556.