
Alla periferia del progresso (eBook, ePUB)
Le correnti politiche ottocentesche in Eça de Queirós e Leopoldo Alas “Clarín”
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Se c’è un concetto che, nell’immaginario collettivo, è intrinseco e finanche consustanziale a quello di modernità, tale concetto è quello di progresso. Sin dalla fine del XVIII secolo, l’Europa occidentale aveva conosciuto una grande trasformazione economica e sociale: l’incremento del sistema bancario e dei trasporti, ma soprattutto le rivoluzioni industriali, avevano spostato l’asse delle economie nazionali dall’agricoltura al secondo settore. La nascita delle fabbriche cambiava il volto delle metropoli, con l’ampliamento ...
Se c’è un concetto che, nell’immaginario collettivo, è intrinseco e finanche consustanziale a quello di modernità, tale concetto è quello di progresso. Sin dalla fine del XVIII secolo, l’Europa occidentale aveva conosciuto una grande trasformazione economica e sociale: l’incremento del sistema bancario e dei trasporti, ma soprattutto le rivoluzioni industriali, avevano spostato l’asse delle economie nazionali dall’agricoltura al secondo settore. La nascita delle fabbriche cambiava il volto delle metropoli, con l’ampliamento e il degrado delle periferie e l’arricchimento dei centri. Il nuovo assetto economico, tuttavia, non fu, in massima parte, foriero di un livellamento sociale e ciò provocò violente ribellioni che diedero vita a rivolte segnate dal sangue. In questo scenario, quale posto occupavano il Portogallo di José Maria Eça de Queirós (1845-1900) e la Spagna di Leopoldo Alas ‘Clarín’ (1852-1901)? Entrambe le nazioni iberiche stentavano a inserirsi nell’alveo dell’Occidente evoluto per ragioni politiche, economiche e culturali. Eça e Clarín fecero parte, rispettivamente, della Geração de 70 e della Generación de 68; tale analogia si accompagna alla condivisione della corrente letteraria e all’assonanza delle vicende storiche dei rispettivi Paesi.