
Viaggi di disorientamento e dislocazione
Viaggi di disorientamento e dislocazione: le donne che "fanno i conti" con la dis/abilità invisibile dentro e fuori il lavoro sociale
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Provocatorio, appassionato e creativo, con la propensione a offendere e intimidire per vari motivi appiccicosi. L'uso crudo del sarcasmo "non del tutto politicamente corretto", dell'umorismo contorto e oscuro (junghiano) e della metafora sconvolgono il lettore in una realtà palesemente vivida e meno pubblica. Racconti auto/etnografici, poesie e sproloqui, candidi e rischiosi, si intrecciano nel tessuto accademico e si inseriscono efficacemente nella letteratura. Una ricerca toccante, avvincente e francamente piuttosto brutale. I frequenti lanci di "f e una varietà di c" in una calamità di a...
Provocatorio, appassionato e creativo, con la propensione a offendere e intimidire per vari motivi appiccicosi. L'uso crudo del sarcasmo "non del tutto politicamente corretto", dell'umorismo contorto e oscuro (junghiano) e della metafora sconvolgono il lettore in una realtà palesemente vivida e meno pubblica. Racconti auto/etnografici, poesie e sproloqui, candidi e rischiosi, si intrecciano nel tessuto accademico e si inseriscono efficacemente nella letteratura. Una ricerca toccante, avvincente e francamente piuttosto brutale. I frequenti lanci di "f e una varietà di c" in una calamità di applicazioni poco femminili (a cui lei risponde: "superatela gente, è solo una parola"), combinati con un uso creativo del linguaggio, offrono uno sguardo da un punto di vista bifolco, da colletti blu, da classe operaia. Un solido tentativo di "mettere a proprio agio chi non è a proprio agio", e di "non avere limiti".