
Storie scellerate. Il cinema di Sergio Citti
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"Storie scellerate non è un film sulla vita delle borgate, ma rappresenta, in un certo senso, lo sforzo culturale compiuto da un esponente del sottoproletariato romano per risalire verso il mondo dei suoi padri e dei suoi nonni (con l'aiuto del Belli, evidentemente)". Questo è quanto scrisse Padre Virgilio Fantuzzi, uno dei pochi saggisti a seguire con attenzione l'opera di Sergio Citti, recensendo Storie scellerate. Secondo lungometraggio del "Pittoretto della Maranella", la pellicola a suo tempo fu erroneamente catalogata tra i decamerotici. Fu un grave equivoco, perché il film, inizialme...
"Storie scellerate non è un film sulla vita delle borgate, ma rappresenta, in un certo senso, lo sforzo culturale compiuto da un esponente del sottoproletariato romano per risalire verso il mondo dei suoi padri e dei suoi nonni (con l'aiuto del Belli, evidentemente)". Questo è quanto scrisse Padre Virgilio Fantuzzi, uno dei pochi saggisti a seguire con attenzione l'opera di Sergio Citti, recensendo Storie scellerate. Secondo lungometraggio del "Pittoretto della Maranella", la pellicola a suo tempo fu erroneamente catalogata tra i decamerotici. Fu un grave equivoco, perché il film, inizialmente pensato come un Decameron numero 2 nelle mani di Citti, coadiuvato in sceneggiatura da Pier Paolo Pasolini, è diventato un personale novelliere che mescola la cultura alta (Bandello, Belli, Boccaccio), con quella bassa (letteratura orale, stornelli, proverbi e fattacci). E finanche diviene un'antologia che raccoglie i temi principali del cinema dell'autore capitolino. Con una prefazione di Paolo Micalizzi. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.