
Lo stato atomico
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"Lo stato atomico", pubblicato nel 1977, appare oggi dotato di una straordinaria preveggenza nel comprendere le conseguenze del passaggio, dopo Hiroshima e Nagasaki, allo sfruttamento industriale dell'energia nucleare in nome di una falsa separazione tra 'atomo per la guerra' e 'atomo per la pace': perdita di democrazia, di natura - di futuro. E se, dopo i disastri di ¿ernobyl' (1986) e Fukushima (2011), il mondo aveva mostrato una qualche resipiscenza, assistiamo oggi al diffondersi di un nuovo ossimoro: il "nucleare verde", il "nucleare per l'ambiente". Poco importa la disseminazione di sco...
"Lo stato atomico", pubblicato nel 1977, appare oggi dotato di una straordinaria preveggenza nel comprendere le conseguenze del passaggio, dopo Hiroshima e Nagasaki, allo sfruttamento industriale dell'energia nucleare in nome di una falsa separazione tra 'atomo per la guerra' e 'atomo per la pace': perdita di democrazia, di natura - di futuro. E se, dopo i disastri di ¿ernobyl' (1986) e Fukushima (2011), il mondo aveva mostrato una qualche resipiscenza, assistiamo oggi al diffondersi di un nuovo ossimoro: il "nucleare verde", il "nucleare per l'ambiente". Poco importa la disseminazione di scorie radioattive ineliminabili per millenni, o il fatto che - proprio come Jungk aveva previsto cinquant'anni fa - le centrali nucleari siano diventate obiettivi bellici, con i reattori di Zaporija ostaggio della guerra russo-ucraina: i nuovi sostenitori dell'atomo ci invitano a chiudere gli occhi, in nome della crescita e persino dell'ecologia, su un'economia che vuole reattori negli oceani, sulla Luna, su Marte, e - miniaturizzati - nei cortili di casa nostra. Prefazione di Daniela Padoan. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.