
L' atto sospeso. Azione e inazione dell'eroe dall''Iliade' a Virginia Woolf
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Che cosa accade in una narrazione quando l'eroe - creatura d'azione per eccellenza - si ferma e non agisce? Pensiamo ad Achille che si ritira nella sua tenda, rifiutandosi di combattere, o a Oreste che esita prima di uccidere Clitemnestra. O ancora a Perceval e Lancelot, campioni di gesta straordinarie, e insieme chevaliers pensifs, sovente catturati da pensieri e malinconie d'amore. Questo libro s'interroga sulle fratture e i frattempi in cui gli eroi non corrispondono al proprio paradigma, e abitano il territorio del "non fare" come spazio fecondo per se stessi e per l'opera di cui fanno par...
Che cosa accade in una narrazione quando l'eroe - creatura d'azione per eccellenza - si ferma e non agisce? Pensiamo ad Achille che si ritira nella sua tenda, rifiutandosi di combattere, o a Oreste che esita prima di uccidere Clitemnestra. O ancora a Perceval e Lancelot, campioni di gesta straordinarie, e insieme chevaliers pensifs, sovente catturati da pensieri e malinconie d'amore. Questo libro s'interroga sulle fratture e i frattempi in cui gli eroi non corrispondono al proprio paradigma, e abitano il territorio del "non fare" come spazio fecondo per se stessi e per l'opera di cui fanno parte. Esitanti e temporaneamente inefficaci, questi "eroi in sospeso" attraversano la tradizione letteraria europea, da Omero a Virginia Woolf, che nel Novecento riscrive le sorti di Orlando e Perceval, eroi contemporanei dell'inazione, e insieme figure della creativita e della poesia.