Accesso individuale ai tribunali internazionali africani
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Abuja piuttosto che Arusha! Questa è la sintesi di questo libro. Esso adotta un approccio analitico e comparativo per uno studio approfondito dello stato attuale dell'accesso diretto degli individui ai due tribunali per la tutela dei diritti umani istituiti in queste città. Certo, la questione dell'accesso diretto agli organi di tutela dei diritti umani è vecchia quanto il sistema africano. Ma è stata ripresa dal Protocollo di Ouagadougou. Esso prevede il deferimento diretto solo in apparenza. Il Tribunale di Arusha, chiuso a doppia mandata, rimane molto difficile da raggiungere. I cittadi...
Abuja piuttosto che Arusha! Questa è la sintesi di questo libro. Esso adotta un approccio analitico e comparativo per uno studio approfondito dello stato attuale dell'accesso diretto degli individui ai due tribunali per la tutela dei diritti umani istituiti in queste città. Certo, la questione dell'accesso diretto agli organi di tutela dei diritti umani è vecchia quanto il sistema africano. Ma è stata ripresa dal Protocollo di Ouagadougou. Esso prevede il deferimento diretto solo in apparenza. Il Tribunale di Arusha, chiuso a doppia mandata, rimane molto difficile da raggiungere. I cittadini possono accedervi solo attraverso due canali: indirettamente, tramite il timido intermediario della Commissione di Banjul, contro i 34 Stati "virtuosi" che hanno aderito al suo Protocollo o, straordinariamente, direttamente contro gli 8 Stati "coraggiosi" che hanno riconosciuto la sua giurisdizione obbligatoria in virtù dell'articolo 34(6) del suo Protocollo. Qualunque sia il canale scelto, il documento elenca i numerosi ostacoli che si frappongono ad Arusha. Questi sono analizzati rispetto all'accesso più flessibile, universale e obbligatorio offerto dal Tribunale di Abuja ai singoli ricorrenti dell'Africa occidentale.
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