
La questione del soprannaturale nella concezione agostiniana
Riflessione all'opera De natura et gratia di Agostino d'Ippona
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A Parigi nel 1946 viene pubblicata nella collana Thèologie della Facoltà di Teologia Scolastica della Compagnia di Gesù a Lyon-Fourvière un'opera del teologo francese Henry-Marie De Lubac, Surnaturel, poco dopo accusata indirettamente di deriva modernista dall'enciclica di Pio XII del 1950, "Humani generis". È la ripresa di un lungo dibattito teologico che era andato a poco a poco assopendo tra natura e grazia, tra la constatazione della debolezza della natura umana e del ricorso soprannaturale della grazia nel battesimo. In questo libro, attraverso la polemica pelagiana, troveremo nell'o...
A Parigi nel 1946 viene pubblicata nella collana Thèologie della Facoltà di Teologia Scolastica della Compagnia di Gesù a Lyon-Fourvière un'opera del teologo francese Henry-Marie De Lubac, Surnaturel, poco dopo accusata indirettamente di deriva modernista dall'enciclica di Pio XII del 1950, "Humani generis". È la ripresa di un lungo dibattito teologico che era andato a poco a poco assopendo tra natura e grazia, tra la constatazione della debolezza della natura umana e del ricorso soprannaturale della grazia nel battesimo. In questo libro, attraverso la polemica pelagiana, troveremo nell'opera "De natura et gratia" di Agostino d'Ippona una autorevole conferma dell'efficacia soteriologica della morte e resurrezione di Gesù Cristo in noi, nuove creature nel suo infinito amore.